lunedì 8 settembre 2008

Pimp my Hood

Questo qui è il cofano di una 126 grigio metallizzato... Dovevo aerografarlo in occasione della festa dello sport che si è tenuta qui a Cairo domenica 7 settembre... Vi starete chiedendo cosa centra un'aerografia con la festa dello sport... era esposto nello stand di un'associazione sportiva (ADFM sport e motori) che riunisce gli appassionati di quegli sport che hanno a che fare con i motori... Ho tenuto conto dei vostri consigli ma mi sono resa conto che, come primo lavoro non potevo permettermi una cosa troppo complicata... poi ho visto questo...

L'occhio di Sauron, direttamente dal Signore degli Anelli... E ho pensato a quanto potesse essere figa una cosa del genere che uscisse dal cofano di una macchina... In più i colori da usare erano più o meno gli stessi... Certo, non è che sia proprio facile facile con tutte quelle sfumature...ma volete mettere la difficoltà di disegnare un animale in stile IR (iperrealista)??

Questo è lo strumento del lavoro, sua maestà Aeropenna Iwata classe Revolution BCR HP

I colori utilizzati ovviamente sono gli stessi che utilizzo per i miei quadri, pittura acrilica diluita con acqua (del rubinetto... solo a lavoro terminato ho scoperto che è molto meglio usare acqua distillata... sorry)

A farmi compagnia i miei due compressori... Originariamente usavo solo quello piccolino grigio, un compressorino "da battaglia" ma ha deciso di mollarmi (apparentemente) a metà del lavoro...così ho acquistato l'altro (e il compressorino è magicamente resuscitato =_=)

Ho cominciato a disegnare a grandi linee l'ingombro dell'occhio in mezzo al cofano... ho disegnato a matita ma vi assicuro che sarà una di quelle cose che non farò più (per nascondere i tratti di grafite ho smadonnato tantissimo...e non ci sono riuscita dappertutto)...Un'altra di quelle cose che eviterò di fare è cominciare ad aerografare senza nessuna mascheratura.. Qui invece ho proprio cominciato così e le polveri colorate si sono depositate un pò ovunque e soprattutto dove non dovevano...

Quando il grosso dell'occhio era ormai terminato, ho cercato di correggere gli errori, le sbavature (ed erano tantissime O_O )
L'occhio solo non mi convinceva...così ho voluto simulare uno squarcio nella lamiera... Una cosa facile insomma O_O"
Ho mascherato tutto con del nastro adesivo di carta (da carrozziere ma va benissimo anche per attaccare i fogli per la copia dal vero: non strappa il foglio e porta via il minimo consentito di cellulosa XD) e ho lasciato scoperte solo le sagomine che mi interessavano
Ed ecco il risultato finale...

Il carrozziere l'ha poi laccato, carteggiato e lucidato...
Ed ecco il risultato sul resto della 126 (che, notare, non è grigio metallizzato ma è verde-cacca XDD )


Questa è la mia prima aerografia... e non solo su una carrozzeria ma in generale su qualsiasi supporto...Ovviamente vista da vicino e con la lacca tutti gli errori sono venuti fuori e , fidatevi, ce ne sono davvero tantissimi... però, come primo lavoro posso ritenermi "abbastanza" soddisfatta...

Ovviamente ho intenzione di migliorare...

martedì 19 agosto 2008

Vi presento

"David e Gionata"

Davide e Gionata (o per meglio dire David e Jonathan) fanno parte della storia della cultura ebraico-cristiana. Davide è nientemeno che il secondo re d'Israele per volere di Dio, dopo Saul mentre Gionata è il figlio di quest'ultimo nonchè "caro amico" di David. Le gesta del re David sono narrate nell'antico testamento, più precisamente nei libri del profeta Samuele. Proprio il secondo libro si apre con uno dei testi più toccanti: il lamento di David sulla morte di Saul e di suo figlio Gionata, colui che più di tutti fu amato da David. Nel primo libro viene sancito questo rapporto che ai nostri occhi pare qualcosa che va oltre la semplice amicizia cameratistica tra soldati. Vi riporto i passi più significativi

« Da quel momento Gionata, figlio di Saul, si sentì legato a Davide da una grande amicizia, lo amò più di un fratello » (1 Samuele 18,1)

« Per me il tuo amore era dolce più che l'amore di donna. » (2 Sameuele 1,26)

Vi consiglio di leggere il testo per intero per avere una visione globale della vicenda. Ovviamente sarebbe opportuno leggere più testi ed evitare il più possibili le interpretazioni (che si sprecano, visto anche l'argomento trattato!) ma è un lavoro lungo e, diciamocela tutta, sarebbe una grande perdita di tempo (se non siete teologi o non avete il pallino della storia delle religioni). Se comunque volete saperne di più nel modo più veloce possibile c'è sempre wikipedia (n.b: il link vi rimanda a un articolo riguardante il rapporto tra omosessualità e cristianesimo e solo marginalmente si parla della vicenda di David e Jonathan!)

Ma torniamo al quadro. Più che una citazione bibblica la mia voleva essere una provocazione (come al solito, dirà qualcuno!). Le interpretazioni sulla vicenda sono tantissime e, soprattutto in questo periodo storico, sono volte da un lato a confutare ogni possibile riferimento ad un amore tra uomini (con l'appoggio totale di Dio) e dall'altro vogliono avvalorare l'ipotesi di questo sentimento ed è vero che troppo accanimento da ambedue le parti, porta lontani dalla verità storica. A me non interessa schierarmi da nessuna delle due parti (anche se continuo a pensare che l'amore -platonico? passionale?- tra uomini c'era anche all'epoca dei grandi divieti divini), o solo preso spunto dalla radice fondamentalista della nostra cultura cristiana (l'antico testamento) per esprimere un concetto (che poi è sempre lo stesso): l'amore e l'istinto vanno oltre i mascheramenti. Ho citato i personaggi, li ho spogliati delle vesti storiche, li ho estrapolati dal contesto (considerateli come una specie di "ready made") e li ho ricontestualizzati nell'ambito delle gerarchie cattoliche. Da un lato l'uomo con i suoi impulsi, dall'altro il simbolo descritto dall'abito e dai monili sacri. L'istinto occultato da una veste ma non estinto. L'uomo (inteso come essere umano) non può andare troppo contro il proprio istinto naturale, può arginarlo, può negarlo, ma non può diventare altro da ciò che è! Ed è il sentimento che ne deriva ad essere davvero sacro e dignitoso. Prendere coscienza di ciò che si è e mostrarsi al mondo senza travestimenti inutili e certamente più difficile che negarsi per vivere "come-(un)-dio-comanda".

pittura acrilica e spray su tela (70x100).

"Distimìa"

Distimìa o disordine distimico. Dal dizionario della lingua italiana De Mauro:

distimìa s.f.TS psic., alterazione persistente dell’umore e dell’affettività in senso depressivo

E' considerato come un disturbo depressivo minore nel senso che comporta minori problemi nel quotidiano. L'attività lavorativa e i rapporti sociali non subiscono apparentemente compromissioni e il soggetto affetto da questo disturbo è portato a confondere quest'ultimo con l'indole del suo carattere o a considerarlo come l'effetto di un periodo difficile. In questo senso è molto subdolo. Viene scambiato per la classica ribellione giovanile, per pigrizia, per mancanza di ideali. E nel frattempo tutto diventa scuro. Tutto è nero. Il soggetto affetto da DD non è nuovo a pensieri di disperazione e talvolta pensa al suicidio. Non riesce a raggiungere la serenità, è trattenuto da qualcosa in una culla di catrame. Vorrebbe uscire ma è troppo difficile.
La sensazione costante che ogni sforzo è vano, la consapevolezza del fallimento, il senso di colpa. Un momento di stress che non cessa. Il bisogno di una mano tesa ma l'incapacità di chiedere aiuto.

Fondo preparato con sabbia e pittura acrilica su tela + fil di ferro

martedì 8 luglio 2008

What's the problem?

Titolo: What's The Problem?

“What’s the Problem” fa parte di quelle tele dedicate alla libertà di amare e di esprimere se stessi.
Ancora una volta si prende in esame l’amore che nasce da due esponenti della razza umana il cui sesso non conta assolutamente. O almeno non deve contare assolutamente per chi non vive questo amore, gli altri esponenti della razza umana.
Il quadro non vuole limitarsi a stuzzicare il senso che più di tutti ci domina (la vista), ma vuole stimolare anche il senso del tatto. Sì, è un pò tattile questo quadro... cosa significa questo? Per cominciare la trama della tela che fa parte del supporto rende il tutto molto grezzo e poi sono state create delle zone in rilievo che danno un effetto quasi gommoso, morbido.
Queste parti sono due frasi scritte e un simbolo realizzate con del vinavil steso puro e lasciato essiccare. Occupano rispettivamente la testa del quadro e la zona più in fondo.
L’insieme dell’immagine e delle scritte fornisce due input importanti per la comprensione del messaggio che voglio mandare. L’immagine è costituita da due volti, l’uno contro l’altro, le cui labbra si incontrano nell’attimo precedente al bacio. La fisionomia è appena accennata, si gioca tutto per contrasti netti tra luce e ombra. Non si capisce il sesso dei due personaggi e questa ambiguità è alla base del dipinto. La domanda che può sorgere spontanea (”ma è un uomo ma una donna?”) trova subito una conferma nelle due frasi che campeggiano subito sopra.

It’s a man (?)
It’s a Woman (?)


Non viene fornita una risposta, intendiamoci, ma solo una conferma dell’effettivo dubbio. Allora ecco sopraggiungere in aiuto il titolo: What’s the problem? E’ necessario sapere se si tratta di un uomo o una donna? Cambia qualcosa nell’intensità dei sentimenti fra i due personaggi?
Il messaggio è uno solo: l'amore è uguale per tutti, non facciamoci ingannare dalla valenza -infima- di un prefisso. Qual'è il problema? un uomo, una donna, due uomini, due donne, due uomini e una donna, due donne e un uomo...tanti tipi di amore/sesso...un solo Santo Amore.
In basso i simboli di marte e venere fusi insieme nel simbolo dell’infinito e legati da un cerchio (il simbolo della bisesssualità).
Tecnica: mista - vinavil e pittura acrilica
Supporto: il solito fondo di cassetto (pannello telato).

venerdì 27 giugno 2008

GM Human


Nell'impatto immediato, questo elaborato offre alla vista una creatura femminile che ricorda una donna di razza umana ma che presenta delle caratteristiche fisiche che la rendono “altra cosa” rispetto ad essa, un'evoluzione darwiniana della specie umana.

Ha la testa deformata, le scapole sono sporgenti e mostra delle penne simili a quelle degli uccelli fuoriuscite dagli avambracci. La superficie del suo corpo nudo è cosparso di segni, tatuaggi, raffiguranti meccanismi, ruote, ali, congegni che rimandano ai progetti di Leonardo Da Vinci. E in effetti la stessa opera è realizzata come se fosse uno studio dal vero rinascimentale, proprio come quelli realizzati dal grande Maestro.
GM Human o UGM, umano geneticamente modificato: tutto ciò che ci circonda è ormai lontano dal concetto originario di”naturale”, “spontaneo”. L'uomo di oggi è un'evoluzione rispetto all'essere umano di qualche secolo fa ed è destinato a cambiare ancora, in maniera sempre più visibile, in tempi sempre più brevi.
Non fraintedetemi, non voglio essere una dei tanti che parla (e sparla) sull'innaturalità della clonazione o sulle modifiche al genoma o qualche altra invettiva sulla tecnologia genetica...
GM human è quello che siamo tutti. Senza necessariamente andare a toccare il nostro DNA o giocare con l'acido ribonucleico (RNA), l'essere umano non è più lo stesso. Rappresenta inevitabilmente l'evoluzione di se stesso: per ciò che mangia, per ciò che respira, dove vive e come si comporta. Tutto ciò che esiste in realtà è un'evoluzione, uno stadio secondario.

GM human e GM Humanity

Viviamo in un mondo artificiale e ci comportiamo artificialmente.
E questo non è necessariamente una cosa negativa: la stragrande maggioranza delle cose positive sono artificiali, come la medicina, la tecnologia, l'arte, l'urbanizzazione, l'igiene... E questa "artificialità" è destinata ad aumentare e a divenire essa stessa natura quando la vera Natura sarà soppiantata da un sistema di origine umana, ma solo di origine perchè sarà comandato e in seguito evoluto da ciò che noi avremo creato...

GM human non è e non vuole essere considerato come un monito anti progresso, non vuole dire "attenti, la tecnologia è male!", anzi!
Questo discorso è in sottile relazione ai dibattiti che ruotano attorno ai concetti di “Naturale”, “Innaturale” e “Contro Natura” e si pone un quesito: se ormai l'intera umanità e il mondo che la ospita sono l'evoluzione di ciò che erano prima (quando ancora si poteva parlare di naturalità) e che quindi sono ormai lontani da quello stadio, che senso ha ostinarsi a tirare in ballo il concetto di Contro Natura? Se tutto ciò che abbiamo oggi è contro natura, se persino noi stessi agiamo contro natura, che senso ha utilizzare questo concetto solo ed esclusivamente a discapito di alcune cose o persone?
Pensate a questa immagine come se fosse un Manifesto, come quello futurista di Marinetti, in cui si vuole sottolineare l'inutilità della ricerca della natura come scusa per altro che non sia la contemplazione e suggerire agli amanti del "questo è contro-natura" che ormai solo poche cose sono davvero naturali (castrofi, epidemie, crudeltà tra le prime).
E se la nostra evoluzione significherà anche la nostra rovina, ben venga!

Quanto al disegno
tecnica: grafite e creta bianca
supporto: carta pane 50x70 cm
anno: cominciato nel 2005 e revisionato oggi :)

domenica 23 marzo 2008

Disillusione, ANA e Impotenza2

Ed ecco che vi parlo delle tele che sto preparando in questi giorni...


la prima che vi presento è Disillusione

No, non mi sono data allo spazialismo e no, non volevo citare le "attese" di Fontana.

Volevo come al solito rappresentare un concetto...o meglio.... una sensazione, un'emozione, un dolore, uno spaccato della vita di molti. Cosa succede quando si viene traditi? Quando si viene feriti... Ecco, questa tela non è un'attesa ma esattamente quello che è: una ferita. Una lacerazione nel cuore, nella testa (per i più romantici, nell'anima). E' così che ci si sente quando qualcuno (un affetto, qualunque persona che rappresenta qualcosa di importante...non necessariamente un amore) con le proprie mancanze smentisce le nostre aspettative, abusa del nostro amore e della nostra fiducia. Non ho trovato altra immagine più significativa di questa (e forse è per questo che risulta banale).

Un fondo azzurro e bianco che indica la serenità del quotidiano e l'immediato sopraggiungere del fuoco del dolore...come quando da bambini cascavamo sulle ginocchia sbucciandoci (o più in particolare, quando s'affonda una lama piano piano sulla pelle, che tira e tira fino a quando non si lacera...quella sensazione fredda e bollente nello stesso tempo). Ed è stato, lo ammetto, un piacere realizzare questo... ho evitato l'ennesimo taglio (a quanto pare non guarirò mai...pensa che a volte quasi mi va bene) accoltellando questa tela...liberatorio, lo consiglio..

In realtà Disillusione è nata un pò alla volta... era da un pò di tempo che mi girava in testa di preparare una tela sull'argomento che più di tutti mi faceva male (ebbene sì, più della morte -che da un pò di tempo sembra che non voglia abbandonarmi-) ma non sapevo come potermi esprimere... nel frattempo dipingevo o per meglio dire, sperimentavo. il fondo azzurro è proprio un esperimento: gesso acrilico + acqua + acrilico blu schizzato sulla tela (sulle scarpe, sulla tuta e per tutta la cantina... amo non essere ordinata) con un pennello piatto 20. Ma era solo quello... Dovevo addirittura venderla così, perchè stava bene con le pareti della camera da letto dell'acquirente, ma quando questi si tirò indietro la tela divenne Disillusione. L'azzurro e il bianco richiamano il rosso e il nero con una forza spaventosa...Non vi capita mai di vedere cose che ancora non ci sono? Poi ovviamente la mano -che non va mai d'accordo con occhi e cervello- ci mette del suo e tira fuori l'insolito, quello a cui non avevi pensato e, se ti va bene, pensi "ah, ok...va bene anche così". Non sarà più un oggetto d'arredo...nemmeno per musei.... e va anche bene così.

La seconda invece è ANA

Per citare una domanda che mi è stata posta stamattina... what's ANA? Pare la migliore amica di alcune ragazze che fanno della magrezza estrema il loro punto di forza. Magrezza estrema per dire anoressia nervosa...Ana, in una parola soltanto. E' il secondo elaborato dedicato a questo tema.

Vagando nella blogosfera possiamo imbatterci in migliaia di blog che inneggiano a questo "stile di vita"...già....tantissime di loro credono di scegliere questa malattia senza rendersi conto che è la malattia che ti sceglie...un pò come quando si fuma la prima sigaretta...quando ci si fa la prima canna.... quando si sniffa coca la prima volta... quando ci si buca la prima volta (quando ci si taglia la prima volta)... e poi diventi schiavo di quello che credevi un gioco, un passatempo, uno sballo, una cura estetica, uno sfogo. Ana ti promette di essere la tua amica inseparabile e non mente in quello ma lo fa quando ti promette di essere bella, amata, desiderata da tutti, ti promette una felicità che non arriverà mai. " 1) Se non sei magra, non sei attraente; 2) Essere magri è più importante che essere sani; 3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra"... questi alcuni dei comandamenti che Ana chiede di rispettare...

Ana è lo specchio per le allodole ed è così che l'ho vista: una superficie luminescente, sfarzosa, che promette tanto ma che è sporca di sangue.

Il supporto è... in effetti non dovrei dirlo ma... è uno di quei cartelli che segnalano il numero del binario nelle stazioni... Come faccio ad averlo? Al liceo si fanno tante cazzate...era lì, abbandonato...e me lo sn portato a casa... E' rimasto con me una vita fino a quando non ho deciso cosa farne.

La bomboletta argento cromato mi ha aiutato per il fondo. Ancora fresco, l'ho schizzato con dell'acrilico rosso sangue e dell'acqua: questo ha permesso ai due materiali (smalto e acrilico) di legare sorprendentemente bene (all'inizio...poi ci si accorge che l'acqua intrappolata spacca lo smalto). La figura di Ana è solo schizzata in blu, con un segno calligrafico: deve essere un'atmosfera, non una presenza. Le borchie ai lati sono in realtà delle finte gemme in plastiche (ottime per i cosplay...le vendono al Brico) disposte come a disegnare una costellazione di 11 stelle, 10 i comandi e uno il compenso (la morte).



e questa è invece la versione definitiva di Impotenza, Impotenza2 Niente più Bondage... è stato "provvidenziale" l'incontro virtuale tra me e un master qualche tempo fa... è stato lui a suggerirmi la mummificazione al posto dei lacci bondage, affezionato com'era all'idea di libertà che circonda una delle pratiche sessuali più discusse. Non è la libertà che voglio rappresentare ma l'essere invece schiavo involontariamente di qualcosa a cui non si vorrebbe nemmeno assistere... la vita ci mette davanti a cose di questo tipo di continuo e a nessuno piace.

L'espressione di paura non è troppo riuscita (direi per niente...) ma suscita inquietudine (ho fatto la prova). La ball gag è rimasta al suo posto perchè è fastidiosa a prescindere (anche nel bondage e può essere pericolosa).

Ho aggiunto il ragno crociato. Perchè un ragno? Non è una citazione a letteraria o mitologica/religiosa...non è Maman della Bourgeois, non ha niente a che vedere con la maternità. L'aracnide rappresenta le mie paure... Il dubbio che si insinua, la paranoia che m'avvolge come se fosse la tela...di un ragno.

Una delle tele "lunghe", che prima di trovare la forma definitiva mi ha costretto a rifare il lavoro più e più volte... Acrilico su tela.