A volte mi succede di dovermi esprimere.
E' un'esigenza fortissima, che viene da dentro... solitamente dallo stomaco...
Ci sono diversi modi per farlo: parlare, urlare, cantare, ballare (qualcuno, affetto da umorismo basso e mediocre, menzionerebbe anche altri bisogni fisiologici)...
Io invece ho bisogno (tra le altre cose) di supporti immacolati e materiali per segnarli definitivamente.
Questa volta il pretesto per sfogare questo bisogno impellente è stata una fotografia , uno sguardo in particolare: quello di Nadia, una cosplayer.
Non è la prima volta che ritraggo cosplayer (a loro insaputa XD), più per immortalare un bel soggetto che per uno scopo preciso di analisi (come invece mi succede per altri soggetti).
Questa volta invece ho voluto "usare" il soggetto non solo per una mera "occasione estetica", ma per ragionare sullo stato di cosplayer, sul suo significato, anche emotivo.
Qualcuno di voi avrà ormai capito che da qualche anno anch'io mi diletto in questo hobby (bellissimo, fantastico, estenuante, dispendioso....una droga...eccetera eccetera) e mi è capiato spesso di soffermarmi sul "cosa E' davvero il cosplay?"/ "chi sono davvero i cosplayer?".
Già qualcuno ha provato a fare intere mostre sui cosplayer ma sono per lo più fotografi (tra i tanti mi viene da citare Carmine Mauro, nelle cui foto il cosplayer è componente ambientale più che vero protagonista e la discussa Elena Dorfman , la cui mostra "Fandomania" non ha mancato di suscitare perplessità e discussioni accese nell'ambiente cosplay).
Nel mio modesto lavoro ho provato a rispondere alla seconda delle due domande di cui sopra, "Chi sono davvero i cosplayer?".
Il cosplayer è colui che cerca di fare da tramite tra il mondo della fantasia e quello reale, cerca con la sua creatività di riprodurre nel mondo cose che esistono solo in forma bidimensionale, comunque virtuale. Il cosplayer ha il colore negli occhi, vive la sua passione nel modo più totale, diventando altro da sè, trasformandosi "a comando".
Mi perdonerà Nadia se l'ho "usata" però avevo bisogno di quello sguardo. Nonostante l'architettura della posa, la scelta delle luci del fotografo, il costume, nonostante tutta la preparazione "da set", quello sguardo suggerisce sincerità e determinazione.
Ho eliminato il vestito e ho tenuto solo il viso. I capelli e gli occhi ospitano l'arcobaleno perchè il cosplayer può avere diverse identità (ma rimane sempre se stesso/a e diventa riconoscibile quanto le star dello Spettacolo), determinate caratteristichesomatiche possono variare quanto un riflesso iridescente. E, come dicevo prima, tutto questo colore è parte integrante del mondo cosplay: si chiama creatività, inventiva!
Ecco cosa E' per me un cosplayer, la personificazione del colore in un mondo sbiadito.
Ho utilizzato una carta "da acquerello", 300 g 100% cotone, trama ruvida; come tecnica invece ho utilizzato due diverse mine di grafite (4H e HB) per delineare le ombre morbide e quasi percettibili e un pastello nero per quelle più accentuate. Volevo ricreare un'atmosfera morbida e evitare i forti contrasti di luce e ombra.
Per l'arcobaleno invece ho utilizzato i miei fidati acrilici diluiti con rapporto colore/acqua 1:3.
Immancabile quindi la mia solita firma fatta di colate e schizzi XD